Il cavallo di Gioia

Un laboratorio teatrale “strAbiliante”

Non ci sono giovani troiani pronti a combattere l’invasione della loro città, né greci che nascosti in un immenso cavallo di legno attendono la notte per saccheggiare e sconfiggere il nemico…ma giovani ragazze e ragazzi che, con le loro diversità e peculiarità, si divertono. E tanto. “Il cavallo di Gioia” è uno spettacolo teatrale andato in scena a giugno 2023, prima al Teatro Verdi di Monte San Savino e in replica, con nuovi numeri, a marzo 2024 al Teatro Signorelli di Cortona.
«In entrambi i casi i comuni hanno sostenuto il progetto permettendo l’uso gratuito del teatro. I centri protagonisti sono il Centro Comunale L’Arca ed i centri Falciai e Villa Chianini di Arezzo, che hanno messo in scena 22 persone con disabilità ed una decina di educatori a seguirli sul palco e dietro le quinte». A parlare è Cristina Del Novanta, Responsabile Centro Comunale “L’Arca”.
In un susseguirsi di presentazioni, filmati e numeri vari (cabaret, magia, ballo, poesia, mimo) il palco si riempie di parole, emozioni, sorrisi e mentre vanno in scena tutte queste cose, in realtà, si riflette su temi importanti come l’inclusione, il riconoscimento che tutti siamo abili e disabili nel nostro fare e sentire, il diritto alla pace ed alla vita. «Stare su un palco per i nostri ragazzi è la richiesta diretta di essere guardati, non visti. Essere applauditi o meno per ciò che fanno, anche sbagliando, è motivo di gioia per loro, come per qualunque attore che calca un palcoscenico. Essere comprese, essere capiti: nulla di più».
Da sempre i laboratori teatrali fanno parte dell’offerta educativa del Centro Comunale L’Arca. Strumento per lo sviluppo delle abilità relazionali ed espressive, il teatro permette di assegnare ad ogni partecipante dei ruoli di responsabilità, tutti indispensabili per la riuscita finale della drammatizzazione.
La pluriennale esperienza nell’uso del teatro a fini riabilitativi ha permesso agli educatori del Centro di raggiungere risultati sempre più efficaci dal punto di vista educativo – relazionale con i propri ragazzi. «Nel corso degli anni sono stati scritti e realizzati spettacoli sempre più
complessi e professionali, a partire dagli attori del Centro ma sempre in stretta collaborazione con altre realtà, in modo da arricchire il lavoro con interazioni preziose a livello personale ma anche artistico. Così bambini, ragazzi, anziani, volontari, educatori e semplici amici si sono affiancati ai nostri attori condividendo applausi e paure».

Grazie a questi progetti è nata una forte sinergia con i centri diurni della cooperativa sociale Progetto 5 di Arezzo (Falciai, Mosaico e Villa Chianini), un legame di amicizia e lavoro comune che ha portato alla nascita della Compagnia Teatrale “StrAbilia”. «I testi e le idee nascono liberamente durante le prove ma si parte sempre da sketch e/o storie famose come La gabbianella e il gatto, Peter Pan, La Divina Commedia, Romeo e Giulietta, Il Piccolo Principe: queste storie, conosciute dal pubblico, permettono agli spettatori di seguire il corso degli eventi più facilmente ma allo stesso tempo offrono l’effetto sorpresa nel momento in cui vengono cambiate in modo comico, riadattate dagli stessi ragazzi che le avvicinano alla propria percezione personale del mondo, ai propri gusti e sensibilità».
Il lavoro degli educatori è provare a cucire addosso a ciascuno la parte che meglio si allinea alla sua personalità e potenzialità: «La naturale simpatia espressa dai nostri talenti, la gioia che emanano nel sentirsi protagonisti e l’energia che dà loro il teatro, li rende dei comici straordinari, sia che si segua un copione sia che prenda il sopravvento l’improvvisazione. L’affinità tra educatori e ragazzi permette una complicità anche nei momenti imprevisti ed è questo che il pubblico coglie, un legame umano ed artistico sempre più forte ad ogni rappresentazione».
E quindi, qual è il fine ultimo di questo lavoro e messe in scena? «A seguito delle settimane di prove, studio e fatica, ricevere risate ed applausi sono per la nostra compagnia teatrale lo specchio di un lavoro che arriva, che ci da dignità artistica e ci rende protagonisti di veri e propri momenti culturali. Ogni ragazza e ragazzo che desidera partecipare è aiutato a scoprire la propria identità artistica, al fine di garantire la libertà di scelta ed il diritto al personale percorso di vita».

“Essere comprese, essere capiti: nulla di più”

Vita autonoma. Inclusività. Due concetti che rappresentano momenti di dignità umana e sensibilizzazione che dovrebbero sempre essere mantenuti e rispettati. Il laboratorio teatrale e tutti i suoi protagonisti, cooperativa, centro, amministrazioni, provano a renderli tali tutti i giorni e riescono a trasformarli in un vero e proprio spettacolo.