Siamo pronti a navigare “contro vento”

Di Massimo Ascari, presidente Legacoopsociali

Nel mio intervento conclusivo dell’ultimo congresso nazionale avevo annunciato gli “Stati Generali della cooperazione sociale”. Ed eccoci qui con il 2025 in cui proponiamo tre tappe a Biella (maggio), Fabriano (luglio) e Salerno (ottobre) prima di arrivare a dicembre per l’evento finale di Roma nella giornata mondiale dei diritti umani del 10 dicembre. Questo percorso nasce dalla volontà di mettere insieme i pezzi del nostro lavoro quotidiano e rilanciare il ruolo del nostro settore che durante la scorsa fase congressuale ha mostrato una serie di crepe su cui bisogna intervenire. Per farlo bisogna partire da ciò su cui bisogna alzare la voce, in qualche caso, verso le stesse istituzioni.

Lo stato delle nostre cooperative

Il percorso dei congressi territoriali ha messo in evidenza la congruità dei contenuti individuati nel documento congressuale di mandato, così come hanno trovato conferma gli elementi di problematicità che attraversano il nostro Settore. Crediamo in un modello di società ed economia che promuovano e favoriscano l’inclusione, la partecipazione e lo sviluppo sostenibile, attente al benessere collettivo ed alla così detta “efficienza sociale”, nel tempo abbiamo avuto modo di constatare lo spessore degli impatti negativi prodotti dai sistemi estrattivi, capaci di orientare i patrimoni collettivi nelle mani di poche élite. È ormai ampiamente dimostrato che le città, i paesi dotati di importanti infrastrutture sociali, sono quelli maggiormente in grado di attrarre persone ed imprese, creando così una significativa dote di capitale relazionale, anche assicurato dal lavoro di prossimità.  Da qui la consapevolezza della nostra biodiversità, che si indentifica nel lavoro socio assistenziale, educativo e di inserimento lavorativo, con un approccio che non è fine a sé stesso, ma con un bagaglio di potere trasformativo capace di dare impulso a cambiamenti sociali – cambiamenti finalizzati alla costruzione di una società migliore per tutti. Seppure con accenti differenti, motivati dalle specificità dei contesti locali, abbiamo raccolto dalle Associazioni Regionali e dalle Cooperative, le tematiche che dobbiamo assumere come priorità di lavoro di questo mandato.

Attacchi al lavoro sociale

All’interno di uno scenario internazionale in grande turbolenza dove la nuova leadership americana attacca a testa bassa senza risparmiare nemmeno le persone con disabilità viste come con il vecchio schema della minorità e della segregazione, il lavoro sociale esprime un modello di società “contro vento”. In tanti comuni e amministrazioni pubbliche ci troviamo ancora ad affrontare il mancato adeguamento tariffario dopo il rinnovo del contratto collettivo nazionale dello scorso anno. Altro capitolo dolente è quello del correttivo del codice degli appalti. A fine anno abbiamo chiesto insieme a Legacoop produzione e servizi di sospendere l’articolato relativo alla revisione dei prezzi, poi confermato nel Milleproroghe: nell’ambito dei lavori (esempio costruzioni) la soglia per adeguare i prezzi in caso di costi sopraggiunti per motivi oggettivi è stata abbassata al 3% con riconoscimento del 90% dei costi, per i servizi la soglia è rimasta al 5% con riconoscimento dell’80% della parte eccedente. Questo evidentemente traccia una scelta che di fatto penalizza il mondo delle imprese che garantiscono quotidianamente ai cittadini servizi, che nel nostro caso sono educativi, socioassistenziali, sanitari e di inserimento lavorativo. Un terzo fronte apertosi a inizio di questo 2025 è quello delle rette per le Rsa. Ci siamo mossi con altre associazioni datoriali e organizzazioni sociali per chiedere al ministro della Salute Orazio Schillaci di intervenire in merito alla sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione, inerente la gratuità delle rette nelle RSA per le persone con ammalate di Alzheimer. Il riconoscimento del diritto del cittadino alla gratuità delle cure all’interno dell’assistenza ricevuta nelle RSA per determinate patologie, che sembra affermarsi in queste sentenze, deve accompagnarsi a una legge che individui le risorse necessarie, a carico del Sistema Sanitario Nazionale, norma che ad oggi non esiste. In assenza di un quadro normativo ben definito, l’intero settore rischia di subirne le conseguenze: per sostenere i costi della cura, in primis quello legato a quello del personale impiegato, i gestori delle RSA devono avere la naturale evidenza che la retta del servizio erogato sarà corrisposta. Allo stesso modo, riconosciuta la gratuità del servizio per l’utente, è necessario attuare al più presto l’applicazione di questo diritto.

Protagonismo e visibilità

Partendo da queste vertenze, fino a costruire un manifesto di identità, innovazione e proposte politiche, le cooperative sociali devono tornare protagoniste sapendo raccontare se stesse, le loro straordinarie esperienze ed il loro ruolo nel Paese. Bisogna essere visibili partendo da ciò che facciamo e produciamo nelle comunità, mettendo al centro l’inclusione, i diritti, l’economia sostenibile. In questo senso lo sforzo dell’associazione è quello di mobilitare tutta la sua base sociale in un grande confronto partecipato e costruire insieme anche la capacità di comunicare in questo Paese una cosa molto precisa: siamo non solo importanti ma spesso indispensabili nei territori e negli ambiti in cui operiamo ogni giorno facendo fronte, in molti casi, alle necessità ed emergenze a cui lo Stato da solo non può affrontare. Abbiamo intenzione di navigare, anche “contro vento”, come del resto abbiamo sempre fatto.

Credits: foto di Mirko Loche (Legacoop Umbria)