«Anche i migliori taxi, ogni tanto hanno bisogno di un tagliando».
Scriveva così, un mese fa circa, Caterina Bellandi (per tutti “zia Caterina”, donna simbolo della città di Firenze che con il suo variopinto taxi “Milano 25” accompagna in ospedale i bambini malati e le loro famiglie), in seguito al ricovero per una polmonite intersiziale, complicata dal Covid. Qualche giorno fa, è subentrata una complicazione severa a livello polmonare per una reazione autoimmune generata dal suo organismo.
Sui social comunica quotidianamente il forte dispiacere per il fatto di non poter essere in prima linea, come ogni giorno, nell’assistenza ai suoi bambini e, allo stesso tempo, non spreca un secondo della sua degenza: manda amore e lancia forti appelli. «Dopo tanti anni passati a correre tra i reparti degli ospedali con i miei Supereroi (i bambini, ndr.), fa strano passare dall’altra parte e diventare la paziente. Ora sono proprio io quella distesa su un lettino. In tutto questo tempo, in cui sono insolitamente costretta a stare ferma, ho avuto modo di riflettere ancora meglio sul mondo che da tanti anni frequento. La sanità pubblica è davvero un patrimonio. Ancora di più la dedizione e la professionalità degli operatori sanitari. Il vero miracolo sono gli esseri umani, ma ho capito che l’impegno del personale non basta assolutamente. Ora mi trovo nel reparto di terapia subintensiva di Careggi; prima ero nell’Ospedale di Santa Maria Annunziata, a Ponte a Niccheri. Per esempio, lì c’è veramente bisogno di un ammodernamento profondo perché le lacune strutturali e di decoro sono evidenti. Ci sono camere a quattro letti con bagno nel corridoio in comune e mancata separazione tra uomini e donne. Il mio desiderio è che la mia presenza qui possa portare attenzione su questi luoghi di cura e punto di riferimento per chi vi verrà in futuro. Vorrei creare, appena sarò dimessa,una task force di operatori sanitari (medici, infermieri, Oss, etc.) che possa sostenere e favorire l’umanizzazione delle cure e il rapporto con i pazienti. Questo è l’appello che voglio lanciare alle istituzioni e a tutte le persone che hanno a cuore la salute pubblica. Come sempre, per me, il dolore deve e può diventare occasione di crescita e nuovo amore. Anche dal mio letto e con l’ossigeno che respiro attraverso una maschera guardo alla vita e la vita è futuro. Sono fortunata a essere così innamorata di vivere e non vedo l’ora di tornare a donarmi per l’umanità che soffre».
L’invito è rivolto a tutti i soggetti coinvolti, a vario titolo, nel mondo della sanità. Chi volesse aderire può mandare una mail indicando nome, cognome, ruolo e località di lavoro a milano25onlus@gmail.com
Le condizioni di salute della tassista più famosa e amata d’Italia vengono aggiornate costantemente dai suoi collaboratori: «In questo momento, dovendo preservare al massimo le energie per la ripresa, Caterina non potrà rispondere più a chiamate o videochiamate, fino a nuovo ordine dei dottori che si prendono cura di lei. Sarà felice di leggere i vostri messaggi scritti e, se possibile, vi ricambierà».
Le visite, al momento, non sono consigliate, ma è stato attivato un “varco magico trasparente” sul viale Pieraccini, all’altezza delle strisce pedonali, da dove è possibile salutare Caterina alzando gli occhi verso la finestra della sua stanza.
Zia Caterina è la grande, preziosa dimostrazione che si raccoglie quel che si semina. Nel suo caso, amore, generosità, sostegno.
Noi siamo con lei.