Dal Pakistan alla Chimera, un viaggio d’oro

Nasser, 20 anni ed una interiorità sensibile ed artistica, intreccia la sua cultura mediorientale, con la laboriosità degli artigiani orafi

Nasser Ullah è molto giovane, ha appena 20 anni e proviene dal Pakistan. Ha lasciato Bajawalr, che si trova nelle campagne vicine a Lahore, forse la più antica e storica città del suo Paese. La sua vita e quella della sua famiglia è stata molto dura: i conflitti con l’India, il terrorismo, l’aridità del lavoro dei campi a cui Nasser non era per niente adatto, tanto che anche a scuola primaria prediligeva il disegno e le arti.

Così, diventava sempre più forte il desiderio di andare via, abbandonare la sua famiglia, i suoi amici, per migrare in Europa con Ghulam, il suo più caro amico.

Progettò la partenza per mesi. E finalmente raccolto il poco che aveva, ecco la partenza. Attraversò la Turchia, i Balcani e l’Austria. Un viaggio lungo e periglioso, con numerosi ostacoli e grandi difficoltà. Quante volte, in lacrime, aveva avuto il desiderio di tornare indietro, soprattutto quando fu costretto a dividersi da Ghulam che volle proseguire per la Germania dove aveva parte della famiglia e un sicuro lavoro in fabbrica. Nasser voleva raggiungere l’Italia o la Francia, le nazioni della moda e dello style. Finalmente giunse al centro smistamento di Udine e da lì il destino volle che fosse assegnato alla prefettura di Arezzo. Timido e riservato, Nasser si distingue per la sua cura nel vestire, anche se i suoi abiti sono semplici e dimessi. Porta ogni indumento con eleganza e raffinatezza, un tocco di classe che non passa inosservato. Avviata la pratica per richiedere asilo, si è messo a studiare l’Italiano per iscriversi a un corso finanziato dall’Unione Europea presso il centro impiego per immigrati.

Inizialmente, Nasser abitava in una casa a Campogialli, un piccolo villaggio della provincia, insieme ad altri migranti provenienti dal Bangladesh e dal Ghana. Tuttavia, per frequentare la seconda parte del corso, incentrata sulla formazione al mestiere, si era trasferito nella casa di accoglienza organizzata dalla cooperativa Betadue nel centro di Arezzo.

Gold è il corso che ha frequentato Nasser, indirizzato dal centro per l’Impiego della Provincia.  Una parte teorica e un’altra di laboratorio e progettazione sulla lavorazione dell’oro, il nobile metallo che nella città della Chimera ha molte opportunità di lavoro. Disegna bene ed apprende l’arte con facilità. Le sue doti non passano inosservate, tanto che alcune aziende orafe sembrano interessate ai suoi progetti.

Il giovane migrante si immerge con passione nella creazione di disegni unici, mescolando le tradizioni artistiche del suo paese d’origine con l’eleganza italiana.

Con questa esperienza Nasser non solo impara un nuovo mestiere, ma contribuisce anche a creare ponti culturali attraverso la sua arte, rappresentando un esempio di come la determinazione e la passione possono influenzare e migliorare  la vita di una persona.

E così, nella tranquilla atmosfera Toscana, Nasser riuscirà a dimostrare che il talento e la creatività possono fiorire anche in terre lontane dalla propria casa. La sua storia riesce così ad intrecciare tenere nostalgie della sua cultura, alla contemporanea ed intraprendente creatività degli orafi aretini